Riconciliazione

Il sacramento della Riconciliazione o penitenza

 

Il mistero pasquale e la “confessione”

Il sacramento della Penitenza ci inserisce nel mistero pasquale ed è specificamente un incontro con Cristo che sana, risuscita e santifica. Il Risorto si fa dinamicamente presente e rinnova, tramite la Chiesa e per la potenza dello Spirito che è in lei, mediante il ministro, l’efficace annunzio pasquale di liberazione e di salvezza. Con questo sacramento la Chiesa proclama la sua fede, rende grazie a Dio per la libertà con cui Cristo ci ha liberati, “confessa” le meraviglie del suo amore e intanto affretta il passo incontro a Cristo Signore. Tale era in origine il significato della parola confessione.

Il sacramento della Penitenza o Confessione o Riconciliazione si inserisce nella prassi penitenziale della Chiesa. Essa è santa, ma poiché i suoi membri possono peccare, mai tralascia di fare penitenza e di rinnovarsi. La Penitenza è il perdono sacramentale di Dio in Cristo per coloro che, grazie ai sacramenti dell’IC, sono diventati cristiani, membra del corpo di Cristo che è la Chiesa. Pertanto «quelli che si accostano al sacramento della Penitenza ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui, e insieme si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita con il peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l’esempio e la preghiera» (LG, 11).

Modi e gesti della pratica penitenziale

Molti sono i modi e i gesti con i quali il cristiano nella Chiesa esprime e pratica la penitenza che ha il suo vertice nella celebrazione sacramentale: gesti di riconciliazione, sollecitudine per i poveri, esercizio e difesa della giustizia e del diritto, confessione delle colpe ai fratelli, correzione fraterna, revisione di vita, esame di coscienza, direzione spirituale. Prendere la propria croce ogni giorno e seguire Gesù è la via più sicura della penitenza.

I tempi e i giorni penitenziali

«La Riconciliazione dei penitenti si può celebrare in qualsiasi giorno e tempo». Tuttavia è bene che i fedeli conoscano il giorno e l’orario della disponibilità dei confessori, preferendo la celebrazione del sacramento della Penitenza al di fuori della Santa Messa.

Preparazione

Non può esserci una vera ed efficace celebrazione del sacramento senza una adeguata preparazione. Pur nella diversità delle forme sacramentali, identico è lo Spirito che guida il fedele nel riconoscimento delle proprie colpe, nell’ invocazione della grazia del perdono, nella formulazione del proposito. A questo, per vie diverse, ci guidano i vari riti del sacramento.

Dal perdono una vita nuova

Coloro che il Padre ha riconciliato, sono chiamati a vivere in novità di vita. E’ questo rinnovamento interiore il vero segno di conversione che il sacramento richiede e rende possibile e che consente anche a coloro che non hanno saputo mantenersi fedeli alla grazia del Battesimo di recuperare la partecipazione alla vita divina o di rinvigorirla là dove si fosse affievolita.

E’ in questa prospettiva che la soddisfazione o penitenza può ritrovare la sua giusta dignità e funzione: non tanto una preghiera recitata a memoria, quanto un impegno di vita nella meditazione della Parola di Dio e nell’ esercizio delle opere di carità.

La “direzione spirituale”

Vanno mantenute la differenza e la distinzione tra la celebrazione del sacramento della Penitenza e il dialogo della direzione spirituale. Tuttavia, soprattutto in alcuni casi, è opportuno offrire maggior spazio al colloquio con il confessore perché nasca il desiderio (o si scopra il bisogno) di essere guidati e così si introduca all’importanza e al valore della direzione spirituale, aspetto particolarmente importante della vita cristiana.

Celebrazione comunitaria con assoluzione individuale

Si consiglia la celebrazione comunitaria almeno nei tempi forti dell’anno liturgico come culmine del cammino di conversione, per celebrare l’Eucaristia con l’animo lieto del peccatore riconciliato. Per questo è opportuno celebrarla al termine della Quaresima e dell’Avvento e in occasione di feste o ricorrenze importanti come ad esempio la festa del Titolare o le feste principali della comunità o in occasione della Visita pastorale, delle missioni al popolo ecc.

Si procuri la presenza di un numero adeguato di sacerdoti, perché non risulti troppo prolungato il tempo della confessione individuale.

Tutti i sacerdoti siano presenti fin dall’ inizio con camice e stola.

La celebrazione sia opportunamente accompagnata da canti penitenziali (canto d’ingresso, salmo responsoriale, canto al Vangelo senza alleluia, risposta alle invocazioni di perdono, durante le confessioni individuali alternandoli al silenzio, di ringraziamento e di gioia dopo le confessioni, canto finale).

Si curi in particolare la liturgia della Parola, seguita dall’omelia, che proclama la misericordia di Dio e invita alla conversione.

Si conduca l’esame di coscienza sulla Parola proclamata e sui diversi aspetti della vita cristiana.

Per la soddisfazione o penitenza, si indichi un impegno (riflessione sulla parola di Dio, opere di carità, opere di misericordia….) che esprima la novità che il sacramento produce nel rapporto con Dio e con i fratelli. Il sacerdote che presiede ne indicherà uno valido per tutti. Starà ai singoli confessori confermarlo o adattarlo ai singoli penitenti.

La formula di assoluzione deve essere proclamata dal ministro nella sua interezza e in modo che sia udita dal penitente. Mentre dice la formula il ministro tiene stese le mani sul penitente.

Si ricordi che questa celebrazione, volendo mettere in evidenza l’aspetto comunitario del sacramento, non è adatta per chiedere consigli e ricevere particolari esortazioni. Per questo ci si rivolgerà al sacerdote in altri momenti più adatti. Durante la confessione individuale l’assemblea sia aiutata a mantenere il clima di preghiera.

Confessione individuale

Si esortino i fedeli a prepararsi adeguatamente, con un breve tempo di riflessione e di preghiera seguito dall’ esame di coscienza, alla celebrazione del sacramento.

Dopo la confessione si dedichi un po’ di tempo per un doveroso ringraziamento. A questo scopo potrebbe essere preparato opportunamente un sussidio da mettere a disposizione dei penitenti.

La veste liturgica per la celebrazione individuale, nella misura del possibile, è la veste talare e la stola viola.

Non manchi mai nel contesto della celebrazione un riferimento esplicito alla Parola di Dio. È la Parola che illumina il fedele a riconoscere i suoi peccati, lo chiama alla conversione e gli infonde fiducia nella misericordia.

La preghiera del penitente che manifesta la sua contrizione e il proposito di una vita nuova sia ispirata ai testi della Sacra Scrittura: il Rito della Penitenza propone ben dieci formulari.

L’esercizio penitenziale (soddisfazione) affidato al penitente dopo la confessione dei peccati, corrisponda alla gravità e alla natura dei peccati accusati e si concretizzi nella preghiera, nel servizio del prossimo e nelle opere di misericordia.

Durante le Messe festive nella stessa chiesa è vietata la celebrazione contemporanea delle confessioni. I fedeli possono accostarsi alla Confessione qualora vi siano sacerdoti disponibili in altri ambienti adatti (luogo per le Confessioni) separati dalla chiesa. Si educhino tuttavia i fedeli a non confessarsi e partecipare alla Messa nello stesso tempo, ma a dare a ciascuna celebrazione il tempo richiesto senza sottrarlo all’altra.

Attenzioni celebrative

I confessori abbiano un atteggiamento di accoglienza di fronte alle situazioni matrimoniali irregolari (conviventi, sposati solo civilmente, separati/divorziati risposati); tuttavia a nessun confessore è lecito andare contro le indicazioni del Magistero ecclesiale circa i casi in cui non può essere data l’assoluzione sacramentale.

Circa il caso eccezionale del rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione generale, occorre attenersi alle disposizione del CIC, cann. 961-963 e del Motu Proprio di papa Giovanni Paolo II Misericordia Dei (7 aprile 2002).

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