La storia
Questi cenni storici relativi alla parrocchia di Santa Margherita e San Nicola del Pumpulo sono frutto di una indagine condotta dal parroco Francesco Manzo e condensata in un opuscolo pubblicato il 19 marzo 1927, in occasione del XXV del suo sacerdozio.
Ne stralciamo i punti che maggiormente riguardano la storia della parrocchia.
“La parrocchiale Chiesa ha il doppio titolo di “S. Margherita e S. Nicola del Pumpulo” dal perché con Regio Decreto di Gioacchino Napoleone re delle due Sicilie nell’anno 1811 la parrocchia di S. Nicola veniva incorporata in questa di S. Margherita. Quella chiesa, situata in collina ed a poca distanza da S. Margherita, restò aperta al culto sino al 1860. Poi i ruderi divennero preda delle erbacce.”
L’esistenza di S. Margherita, invece, rimonta certamente a prima del 1200, come si rileva dalla storia salernitana del Mazza e del Paesano e da altri documenti conservati presso l’Archivio Arcivescovile. Nel 1232 l’Arcivescovo Cesario “ convocati avendo nel suo palagio Matteo Giudice e Romualdo Castellonia, Guglielmo Siniscalco, Romualdo Esiliato in qualità di testimoni, presentò un instrumento che cioè al cospetto di Filippo Giudice, si costituì un tal maestro Orso figlio del defunto maestro Giovanni << qui dictus est Ferrarius>> e congiunto con Angelo prete di S. Margherita, chiesa costruita fuori la città nel luogo Pastena, la quale s’appartiene alla Chiesa Salernitana. Il detto Orso asseriva appartenere alla indicata chiesa uno spazio di terra con vigna, pometo, roseto seminatorio che dai confini descrittivi risponde all’attuale orto parrocchiale ed altro territorio confinante.”
Quando sia stata elevata a parrocchia, pare che non risulti in alcun documento. Notizie certe vanno fatto risalire al 1600. “Troviamo presso l’Archivio Arcivescovile le conclusioni e gli atti delle Sante Visite fatte dagli Arcivescovi del tempo che riflettono le parrocchie di Pastena in quest’ordine: S. Margherita, S. Maria a Mare, S. Eustachio, S. Croce, S. Nicola del Pumpulo, S. Felice le quali tutte, quantunque a pochi chilometri dalla città, si appartenevano alla giurisdizione vicariale della forania di Foria (Ogliara).”
La chiesa, su stile barocco, di forma quasi quadrata a finta volta, misura m.16×9 in larghezza, 13 in altezza. Chiaramente, nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni che, in qualche modo, ne hanno variato le metrature. In origine constava, probabilmente, di quattro altari laterali, sormontati da quadri a pittura e da quello centrale, il maggiore, con balaustra vero barocco del 1700, maestoso nelle proporzioni, finissimo nel marmo bianco e levigato, artistico nella scultura ed incastri, avendo sul paliotto, unico masso granitico, scolpiti al naturale due bellissimi putti. Un altare, insomma, degno di una cattedrale.
Ma com’ è che si trova nella chiesa di santa Margherita? La tradizione vuole che appartenesse ai minori Conventuali di S. Francesco d’Assisi di Salerno e che, durante i moti rivoluzionari del 1800, venisse abbattuto e “menato nei ruderi di un magazzeno presso il palazzo dell’Intendenza di via Tasso ( oggi palazzo Conforti). Il parroco del tempo, don Magno Stanzione, zelante ed appassionato del culto, profittando della buona amicizia dell’Intendente lo acquistò per duecento ducati, somma irrisoria al tempo di oggi, ma pur di troppo valore a quell’epoca.”
La notte del 16 settembre 1943, nel corso di un bombardamento, venne colpita e distrutta la canonica provocando la morte del giovane sacerdote titolare della parrocchia, don Felice Ventura, di appena 34 anni e di due giovani che gli tengono compagnia: Matteo Rufolo e Michele Greco, rispettivamente di 15 e 29 anni. La chiesa subì danni rilevanti. E, naturalmente, altre modifiche. Al posto dei preesistenti quattro altari laterali, ora sono edificate due nicchie, al centro della chiesa. In una, a destra entrando, è collocata la statua di Santa Margherita di Antiochia, ed a sinistra quella della Madonna del Rosario.
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Parrocchia di Santa Margherita Ieri e Oggi